Fonte: Niente Male - Laboratorio Attivo per la risposta al dolorewww.nientemale.it
L’artrosi, nota anche come osteoartrosi (OA), è una malattia degenerativa cronica che colpisce le articolazioni, causando un progressivo deterioramento della cartilagine articolare e che può interessare anche l’osso sottostante. Colpisce in particolare le articolazioni della colonna (soprattutto lombare e cervicale), mano, ginocchio, anca, e in minor percentuale, il piede. L’osteoartrosi rappresenta una delle maggiori cause di dolore e disabilità nei Paesi europei, colpisce soprattutto la popolazione con età superiore ai 65 anni e con maggiore frequenza il genere femminile, con una prevalenza stimata intorno al 55% tra le persone con più di 70 anni.
Da un punto di vista eziologico, è importante ricordare che l’artrosi, a differenza dell’artrite, non è di natura infiammatoria.Come riconoscere l’artrosi?Se si considerano le cause scatenanti, l’osteoartrosi si divide in primaria e secondaria:Osteoartrosi primaria: in questo caso il deterioramento della cartilagine è dovuto all’età avanzata, che inevitabilmente comporta un peggioramento delle caratteristiche intrinseche della cartilagine, e al ripetuto utilizzo delle articolazioni che implica a sua volta un danno cartilagineo. Questo provoca dolore articolare e gonfiore. Esistono anche delle anomalie congenite che causano osteoartrosi.Osteoartrosi secondaria: le cause sono diverse e comprendono obesità, traumi e interventi chirurgici a carico delle articolazioni, anomalie congenite, gotta, diabete.La malattia ha un decorso lento, manifestandosi inizialmente con dolore lieve, che si riduce con analgesici e riposo, fino a diventare profondo e persistente.I sintomi più comuni dell’osteoartrosi sono dolore articolare, rigidità (soprattutto al mattino e dopo inattività), ridotta capacità di movimento, scrosci e gonfiore articolari. In particolare, a differenza dell’artrite, il dolore dovuto all’artrosi peggiora con il movimento e migliora con il riposo.La diagnosi viene eseguita clinicamente e confermata radiograficamente. Da un punto di vista clinico, lo specialista dovrà tenere conto dell’età del paziente e della presenza di patologie concomitanti, quali obesità, diabete o pregressi traumi articolari, perché possono rappresentare una causa di osteoartrosi. Anche la sede del dolore è un indice importante, perché l’osteoartrosi colpisce con maggiore frequenza anca, mano, ginocchio, colonna vertebrale. Vengono inoltre valutate la forza muscolare e la capacità di movimento dell’articolazione interessata dal dolore.È importante sottolineare che, non essendo l’osteoartrosi una malattia a carattere infiammatorio, l’esame del sangue non porterà a indicazioni utili e informazioni aggiuntive.Quali terapie adottare?Ad oggi, non esiste una cura in grado di guarire i pazienti che soffrono di artrosi, perciò la gestione della malattia è finalizzata ad alleviare i sintomi e migliorare la funzione articolare, portando a un miglioramento della qualità della vita. L’approccio non terapeutico è finalizzato a ridurre i fattori di rischio che causano l’osteoartrosi secondaria, quali diabete e obesità. Le misure più efficaci da adottare sono una dieta sana che porti a una normolinea e movimento fisico non eccessivo.
L’approccio terapeutico, invece, prevede l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) in presenza di una componente infiammatoria o corticosteroidi per via intrarticolare tramite iniezione; in caso di dolore senza componente infiammatoria si può ricorrere ad analgesici puri, come paracetamolo o oppioidi. Nei casi di osteoartrosi grave, non risolvibili con terapia farmacologica, si ricorre alla chirurgia. Le applicazioni topiche più comuni per contrastare il dolore da artrosi sono creme a base di diclofenac (FANS) o lidocaina (anestetico locale). Paracetamolo è considerato un farmaco di prima scelta nella cura del dolore artrosico, perché presenta un’ottima attività analgesica ed è considerato sicuro. A differenza dei FANS, può essere utilizzato per lungo tempo perché non presenta i tipici effetti collaterali a carico del sistema gastrointestinale e cardiovascolare dei FANS. Per questo motivo i FANS, che presentano in misura diversa attività analgesica, antipiretica e antinfiammatoria, non possono essere assunti per lunghi periodi.L’iniezione intrarticolare è in grado di agire direttamente a livello dell’articolazione compromessa, presenta un elevato profilo di sicurezza e permette di somministrare diverse tipologie di prodotto tra cui: acido ialuronico, steroidi, collagene polimerizzato e plasma arricchito di piastrine (noto come platelet-rich plasma, PRP). In realtà, le diverse Società scientifiche internazionali hanno espresso pareri discordanti sull’utilizzo delle iniezioni articolari, per cui non vi è un consenso unanime sulla loro reale efficacia.
Bibliografia di riferimento:Paoloni M, Bernetti A, Belelli A, et al. Appropriateness of clinical and organizational criteria for intra-articular injection therapies in osteoarthritis. A Delphi method consensus initiative among experts in Italy.Ann Ist Super Sanita 2015; 51(2):131-8.www.salute.gov.itwww.medscape.comwww.rheumatology.org (American College of Rheumatology)Pubblicato il 7 febbraio 2017.